Sabato trentuno, alla vigilia del pranzo, ci ritroviamo un pò spaesati.
Abbiamo voglia di mangiare cibo tradizionale, senza doverci spostare troppo lontano e senza rimanere in centro.
Rileggendo un pò di vecchie recensioni, ci viene l'idea di tornare alla Barchetta, che nella nostra unica visita precedente ci aveva assai entusiasmato.
Verso le undici, prenotiamo uno degli ultimi tavoli disponibili e a mezzogiorno e mezza siamo sulla strada.
Arrivare alla trattoria, per una persona non esperta del luogo, può risultare ostico, ma noi, dopo un'iniziale fraintendimento stradale, ci rimettiamo sulla retta via.
Missione compiuta, eccoci arrivati.
Il casolare è piuttosto rustico e purtroppo è ubicato a poche decine di metri da quella piaga urbana meglio nota come TAV.
Entriamo e veniamo fatti accomodare da una gentile cameriera in un tavolino per tre piuttosto stretto.
Non facciamo in tempo a prendere confidenza con le sedie, che arriva il gestore, offrendoci un assaggio di pregevole ed ignoto prosecco.
Dopo un breve salto nei pulitissimi bagni, torniamo e scegliamo cosa mangiare.
Il menù è molto vario, e spazia in modo intrigante dalla tradizione, alla buona carne, fino ai piatti di pesce.
Tentati da queste sfiziosità, iniziamo ad ordinare, con già l'acquolina in bocca.
Come antipasti, un carpaccio di salmone a fettine con una salsa bianca ed un piatto di striscioline di petto d'oca.
I piatti arrivano dopo poco, assieme ad una bottiglia di "Acino Corte Manzini".
Assieme ai gustosissimi tocchetti di pane scuro (ricordi d'Irlanda ) inizio ad assaggiare il salmone.
Sulla freschezza nessun dubbio, sul sapore invece muovo un pò di riserve .
La salsa poi, era un pò troppo acidula per i miei gusti (sebbene capisco che sia fatta così) .
Il petto d'oca invece, era abbastanza buono a livello di sapore, ma molto freddo come temperatura.
Dopo una breve attesa, che spezziamo gustandoci il gradevole lambrusco, arrivano i primi piatti.
Le tagliatelle al ragù di piggo sono piuttosto strane, con poca carne ed un pò anonime, pecccato.
Mia madre invece ha preso un piatto di spaghetti con cipolla, pancetta e pecorino, purtroppo molto pesanti e dal sapore eccessivamente marcato.
I miei paccheri al tonno, sebbene il sugo sia buono, hanno una cottura della pasta decisamente troppo al dente .
Passiamo poi ai secondi piatti, che risolleveranno, seppure esiguamente, la situazione un pò critica .
Piggo prende uno stinco, piuttosto buono ma dalla consistenza un pò stopposa.
Il mio filetto di maiale in aceto balsamico è invece pregevole e gustoso, mentre il filetto di tonno che prende mia madre risulta, ahimè, un pò
scarno a livello di sapore, sebbene sia fresco e di ottima consistenza.
Tre caffè chiudono il pasto, con un conto di 115 euro, che forse sono un pò troppi considerata la qualità di ciò che abbiamo mangiato.
Non è stato un pranzo cattivo, ma sicuramente neanche buono e tantomeno memorabile, ed in sostanza siamo rimasti un pò delusi, considerata la nostra ultima esaltante esperienza.
Di passi falsi ne capitano a tutti, non c'è dubbio, magari aspetteremo un pò e torneremo a dare una chance.
Intanto non mi spingo sopra i due cappelli, a malincuore.
Buono
[Piggo]
03/11/2009