Dal momento che qualcuno qualche tempo fa ha “scomodato” Proust su questo sito lo faccio anch'io. Non per spirito di emulazione, per carità, ma perché un episodio mi ha fatto tornare in mente il mio passato e i sapori dell'infanzia e mi ha quindi “ricollegato” alla madelaine. Ovvero, può bastare un profumo o l'assaggio di un cibo mangiato quand'eri piccolo a farti rivivere gli anni spensierati della tua infanzia? A quanto pare sì.
Ma partiamo dall'inizio.
E' domenica sera e il frigo è praticamente vuoto, perché il giorno dopo partiremo per una breve vacanza in Val d'Aosta. Mauro mi propone una pizza. Che fare, asporto o uscire a cena? Visto che le pizzerie vicino a casa fanno solo pizza sottile, che a Mauro piace poco, scartiamo la prima possibilità. Che pizzeria scegliere allora? A me viene in mente una recensione del Puffo (credo fosse di Magnanima), che mi aveva ispirato, soprattutto perché parlava di pizza fritta. Scusate l'ignoranza ma io proprio non sapevo cosa fosse questa pizza fritta, me la immaginavo come una pizza normale però non cotta in forno ma, appunto, fritta. Dato che sono curiosa e che nella recensione si parlava anche di panzerotti (ah, panzerotto, amore mio!), convinco Mauro a provare questa pizzeria.
Arriviamo in zona, parcheggiamo vicino, nel parcheggio di un supermercato, ed entriamo. Ci sono molte persone in piedi e tremo al pensiero dell'attesa, in realtà stanno tutti aspettando la pizza da portare via. Per mangiare lì, non ci sono problemi. La cameriera ci chiede se preferiamo mangiare dentro o in veranda: l'idea di mangiare fuori, a un metro da una strada trafficata, col rumore e lo smog che ne derivano, non mi attrae, e visto che dentro c'è l'aria condizionata, ci accomodiamo a un tavolino interno, su due panche in legno.
L'ambiente è quello di una normale pizzeria, le panche sono carine ma non comodissime, comunque si sta bene.
Sul menù la lista è lunghissima, ma noi sappiamo già cosa prendere (scusa Magnanima, ammetto di aver copiato le tue idee):
- 1 fritto misto napoletano da dividerci
- 2 panzerotti fritti
- 1 pizza puffo
- 1 pizza fritta classica, cioè ripiena di pomodoro, mozzarella, ricotta, ciccioli e pepe
- 1 bottiglia di acqua frizzante
- 1 birra analcolica Moretti (non ha alcol ma il sapore è simile alle altre, non è male a mio avviso).
Il fritto misto arriva abbastanza in fretta: consiste in alcune verdure pastellate, mozzarelline impanate, poche patatine e molte zeppole (credo si chiamino così), cioè frittelline di sola pasta, belle gonfie ma un po' insipide. Buono complessivamente il fritto, incredibilmente poco unto, e abbondante, dopo averlo mangiato siamo già quasi sazi! Nel piatto ci sono anche due grandi crocchette di patate, e scopro che qui li chiamano panzerotti. Rimango delusa perché i panzerotti per me sono un'altra cosa! Mi spiego meglio. Mio padre era di Bari, noi vivevamo quando ero piccola a Trento, ma per Natale o d'estate andavamo ogni anno a trovare i nonni paterni e gli zii. Il papà mi portava a vedere la sua città (splendido il lungo mare, sarà che io, circondata tutto l'anno dai monti, amavo il mare… e ora mi ritrovo in pianura, com'è strana la vita!) e ne approfittava per assaggiare i suoi cibi preferiti. Pesce naturalmente, ma spesso entravamo nei panifici e qui mi si apriva un mondo: pizze salate, focacce di ogni tipo, pasticcini enormi (a Trento li fanno piccolini, come a Modena per intenderci), insomma non vi dico il profumo e la gioia negli occhi a vedere tutto questo ben di Dio! E naturalmente in alcuni forni c'erano i panzerotti, specie di calzoni (ma l'impasto è diverso) fritti, talvolta cotti al forno, ripieni di buonissimo pomodoro e di mozzarella filante (le mozzarelle di Bari sono buonissime), da mangiare appena fatti, caldi caldi, mentre passeggi per le vie. E così ho conosciuto e amato i panzerotti. Ogni volta che andavamo a Bari, io e il papà ne prendevamo uno a testa (era grande per me piccina, ma lo finivo ugualmente ) passeggiando per il centro, mano nella mano. Bei ricordi… Il mio papà non c'è più, purtroppo, da alcuni anni, ed è molto tempo che non torno a Bari, ma non ho scordato quelle passeggiate.
Quindi, tornando al presente, capirete la mia delusione quando ho scoperto che il panzerotto scritto sul menù era una semplice crocchetta di patate :-( Colpa mia, in effetti c'era scritto panzerotto di patate, avrei dovuto sospettare qualcosa. E Napoli non è Bari… Ma non è finita qui, per fortuna.
Dopo una lunga attesa, arrivano le nostre pizze. Mauro ha preso una pizza normale, chiamata Puffo, con sopra una quantità e-sa-ge-ra-ta di roba! Pomodoro, mozzarella, wurstel, funghi, salsiccia, salame piccante, prosciutto cotto, uovo. Non so come abbia fatto a mangiare tutto! La pizza è abbastanza alta, buona seppur non superlativa, secondo il parere di Mauro naturalmente. Io non l'ho assaggiata, ne avevo abbastanza della mia! Ed eccoci alla pizza fritta, che mi aveva tanto incuriosita: arriva e… scopro che, almeno a vedersi, è uguale ai panzerotti di cui parlavo sopra! Incredibile! La assaggio: non è identica al panzerotto da me amato (il ripieno è ovviamente diverso, e anche l'impasto non è proprio lo stesso), ma è molto simile. Pasta spessa, gonfia, fritta benissimo; condimento ricco e gustoso. Insomma, mi ha fatto tornare indietro nel tempo, e mentre mangiavo mi sono rivista bambina mentre guardavo il mare e camminavo col mio papà.
Solo quando finisco la mia pizza fritta (molto buona, anche se non come i famosi panzerotti di Bari, ma del resto sono due cose diverse pur nella somiglianza, e poi quello che ti resta nel cuore è imbattibile), ritorno al presente. Mauro mi chiede se voglio il dolce (sa che raramente ci rinuncio!), ma stavolta dico di no: se metto un solo altro grammo di cibo nello stomaco, scoppio!
Il conto è di 30,50 euro, scontato a 30, e non ci hanno fatto pagare un panzerotto/crocchetta (leggo nella ricevuta), credo per errore.
Una bella cena… alla ricerca del tempo perduto!
Consigliatissimo!!
[Reginalulu]
30/08/2009
Un abbraccio