Ritorno dagli Amici del Rifugio Crucolo dopo poche settimane dall’ultima recensione di Norby che mi ha visto “attore non protagonista”, in quella stessa sera ad un altro tavolo c’era il goniometr0 Boni ed assieme abbiamo pensato che il luogo si addiceva per organizzare una superlativa cena con gli amici della “corsetta in pausa pranzo”.
Organizziamo per tempo e fissiamo senza esitazioni un menù fisso che possa accontentare tutti, un super-antipasto, un paio di primi, un tris di secondi, l’assortimento di dolci ed il parampampoli finale.
Appuntamento per le otto e venti ma io sono lì qualche minuto prima, ne approfitto per fare due chiacchiere con il patron Maurizio che, nell’attesa mi crea un aperitivo ad hoc, prosecco e cipolla fritta!
Pochi minuti ed arriva il resto della compagnia, un’unica assenza, peraltro giustificata, Raoul il chimico!
Decidiamo per un brindisi iniziale con un Massenza-Belle dell’Azienda Francesco Poli, un superlativo frizzantino prodotto con uve Nosiola e Peverella.
A completamento arriva un “non previsto” piattino con una gustosissima entrée a base di polenta fritta su un letto di formaggio fuso e striscioline di speck.
Ed ecco arrivare i taglieri con speck, salami, pancetta stufata, rafano da abbinare, polenta di storo, carne salada con formaggio e pere e cestini di varie tipologie di pane (brezel, pane di segale, focaccia, ecc).
Sembriamo talmente affamati che arrivano, di rinforzo, altri cestini di pane e un piatto extra di carne salada.
Non può mancare l’impareggiabile cipolla fritta, sempre finissima, asciuttissima, croccantissima, una delizia.
Premettendo che anche stasera mangeremo (e berremo) in maniera “divina”, mi permetto di sottolineare una “grave mancanza”, un cucchiaio nei piatti della polenta!
A proposito di bere, stasera ci permettiamo di orientarci in maniera decisa su un corposo vino trentino, un Lagrein prodotto dalla Cantina Moser, maturato in barrique di rovere che alle note di prugna e frutti di bosco dona a questo vino sentori di cioccolato, direi che ne sono state seccate cinque bottiglie.
Più tardi anche diverse bottiglie di acqua gassata e non faranno la loro comparsa al nostro tavolo.
Pochi minuti di pausa e ci tuffiamo sul bis di primi, canederli con fonduta di formaggio (sempre stupendi e morbidissimi) e casonsei ripieni di stinco, quest’ultimo piatto, spettacolare, si è rivelato particolarmente “tosto”, un ripieno saporito ed assolutamente originale, sfoglia “fatta in casa”, cottura perfetta, ripieno accuratamente sfilacciato, oserei dire “una botta di vita”, non particolarmente adatto a stomaci delicati, ma non è il nostro caso.
E siamo ai secondi, l’immancabile stinco con patate e, stasera, rapa rossa, sempre all’altezza della situazione; brasato di manzo con polenta, tenerissimo, che riusciamo a finire non senza sforzo; ed infine formaggio crucolo fuso, servito in terrina di coccio con accompagnamento di composte “della casa”, un piatto semplice che si è rivelato una graditissima ed originale sorpresa.
Fin qui ci siamo comportati benissimo, ma non riusciremo a terminare l’assortimento di dolci che ci è stato servito, nonostante li avessimo accompagnati da un Tenatius della Cantina Concilio, un passito di categoria superiore.
Strudel, Crema Brulé, Torta Sacher, panna Cotta e qualche altra leccornia hanno avuto il sopravvento, in attesa del parampampoli abbiamo alzato bandiera bianca!
Già, il parampampoli, bevanda ottenuta dalla miscelazione di caffè, vino, distillato di vino, miele e zucchero, servita fiammeggiante nelle classiche tazze di porcellana, che oltre a creare un’armonia aggregante può aiutare la digestione.
Per non farci mancare nulla ordiniamo diversi caffè e ci dirigiamo verso la cantina dove oltre agli speck ed ai salami sono appese due mezzene di maiale pronte per essere “ammazzate” nelle “serate della mezzena” che si svolgeranno la settimana prossima.
Qualche assaggio di grappe (ne assaggio una al pino mugo che definirei “balsamica”), sotto la sapiente guida di Marcello, due battute ed è il momento dei saluti.
Con l’aggiunta dei vini siamo riusciti a raggiungere una cifra “importante”, dovremmo cercare di “darci una regolata”: per penitenza il giorno successivo ci proponiamo 12 chilometri per smaltire il cibo e l’alcol in eccesso.
Non rimane che assegnare il massimo dei voti: qui ci si trova sempre benissimo.
Imperdibile!!!
[PIPPI]
24/01/2015